Giovedì 21 aprile - Tappa 1 - Pisa-Coltano
21 aprile 2022
Dal grande tumolo etrusco di San Jacopo (Via San Jacopo, non lontano dalla Stazione internazionale autobus di Via Pietrasantina), alle ore 8.30, partenza - dopo il saluto delle autorità (rappresentante dall'assessore al turismo del Comune di Pisa Paolo Pesciatini) e di alcune associazioni del Terzo Settore (in primis il CAI Pisa, rappresentato dal presidente Evelyn Franceschini), il CAI Livorno, rappresentato dal consigliere con delega alla sentieristica e all'associazionismo Stefano Dal Canto, il CAI Pontedera, rappresentato dai consiglieri Attilio Toni e Vincenzo Fontana e da gli associati Mario Galluzzi e Sonia Montagnani, Italia Nostra Pisa, rappresentato dal presidente Gabriele Del Guerra, Alma Pisarum APS, rappresentato dal presidente Alessio Niccolai) che stanno collaborando attivamente con il progetto “Cammino d'Etruria” - del gruppo di soci CAI Bologna e Pesaro, guidati dal loro accompagnatore Damiana Fiorini (a cui va il merito di aver scelto il nostro inedito cammino strutturato e che per questo ringraziamo tantissimo) e dai soci CAI delle tre sezioni di Pisa, Livorno e Pontedera che in antico formavano le “Pisae” (leggere “Pise”).Meta: la città di Pisa e poi la Villa medicea di Coltano, nel pre-parco di Migliarino San Rossore Tombolo Coltano.
19 km di bellezze, cultura e natura in quella che fu per secoli la capitale “de facto” della Toscana («Tusciae provinciae caput» come disse il vescovo di Cremona Luitprando ai tempi di Matilde di Toscana), luogo di incontro di genti, culture, lingue e sapori da tutto il Mediterraneo, l'Europa, l'Asia e l'Africa. Un bel modo di celebrare il 21 Aprile, natali di Roma (che sia di buon auspico per il Cammino d'Etruria), in quella città che più volte ambì ad essere “Novella Roma”, lasciandoci in eredità quel sogno di luogo che è il complesso della Primaziale Pisana che nel 1901 Herman Hesse ebbe a definire “un severo e silenzioso universo marmoreo, solitario e soffuso dall'incantesimo di un'antica arte”, l'unico luogo d'Italia “in cui un frammento di Italia antica si sia conservato con grandiosa purezza e nobiltà” e dove il viandante non può esser che “sopraffatto da un senso di rispetto e da un brivido sacro”.
Soddisfatto della giornata l'assessore Paolo Pesciatini, che ha commentato: “auguro che il Cammino d'Etruria prenda sempre maggior vigore”, perché è “un esempio di attenzione da parte di appassionati e turisti” del nostro patrimonio culturale e ambientale, a partire da “Tumulo del principe etrusco. Sono molto soddisfatto per la giornata odierna che ha visto i partecipanti attraversare luoghi anche insoliti e caratteristici della nostra città, come per esempio via San Martino. Con il percorso del Cammino abbiamo voluto inserire nel tracciato quelli che sono i luoghi che caratterizzano la più ampia offerta turistica della città e del territorio, così da consentirne la conoscenza sempre più diffusa» (cfr. https://www.comune.pisa.it/it/articolo/partiti-dal-tumolo-del-principe-etrusco-i-primi-camminatori-del-cammino-detruria). Evelyn Franceschini ha quindi ribadito l'importanza del progetto che “si propone di creare non solo un tracciato, ma anche una rete di comunità, vale a dire una sinergia tra enti pubblici, enti privati e cittadini”.
Il bello della tappa n. 2 del Cammino d'Etruria da Pisa a Volterra è che attraversa la piana di bonifica di Coltano, solcata da fiumi e fossi artificiali. Un luogo meno conosciuto di Pisa che ha fatto comprendere – sulla base anche di quanto visto e ascoltato la sera prima al Museo delle Navi antiche di Pisa (https://www.navidipisa.it/) - ai camminatori quanto lavoro sia stato necessario “per domare” le acque che nella piana delle Pisae (leggi “Pise”) - questo l'antico nome di una vasta serie di insediamenti che andavano dalla Versilia a Livorno (detto Portus Pisanus) - da sempre confluiscono da tutti gli angoli di quella che fu l'Etruria del Nord.
Prima però di immergersi in quel paesaggio di Coltano che ricorda certi angoli della Pannonia danubiana o le Fiandre, i camminatori hanno potuto apprezzare la Pisa “viva e austera”, “pudica e sensibile” dove “ogni città conta, col suo volto e la sua verità profonda”, per dirla con le parole che Albert Camus scrisse nel 1937. Un omaggio alla Pisa comunità di fieri cittadini da sempre abituati a governarsi da soli, pronti a lottare fino all'ultimo per la propria e l'altrui libertà, come accaduto ai tempi della seconda repubblica (nel 1494-1509) o come si cercò di fare nel 1546 quando il lucchese Francesco Burlamacchi, ispirandosi al modello della confederazione delle libere città-stato etrusche, tentò di “mettere in libertà la Toscana, et farne poi una unione”. Una vocazione alle libertà repubblicane che dimora da sempre nell'animo di questa civitas e che impressiona da sempre il visitatore: “Pisa è una città molto grande, con circa diecimila case turrite. Tutti gli abitanti sono potenti, non hanno né re né principi che li governi, ma solo dei magistrati nominati da loro” ebbe a scrivere nel 1165 l'iberico ebraico Beniamino di Tudela (che di città ne aveva viste tante durante il suo lungo viaggio in giro per Europa, Mediterraneo e Asia occidentale).
Un luogo che non poteva che essere quello in cui nacquero gli studî etruscologici ad opera dello storico e patriota scozzese Thomas Dempster che, tra 1615 e 1620, protetto del governo toscano, scrisse la prima opera moderna dedicata agli Etruschi e intitolata “De Etruria regali” (Sull'Etruria regale), che quando fu pubblicata (da Filippo Buonarroti, bis-bisnipote di Michelangelo, nel 1723-24) scatenò in tutto il mondo la moda etrusca.
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